Nella realtà scolastica italiana, caratterizzata da una pluralità di appartenenze culturali e linguistiche, l’alunno bilingue con diagnosi di disturbo specifico di apprendimento (DSA) costituisce un soggetto particolarmente vulnerabile. Molto spesso le lingue di immigrazione sono percepite come qualcosa da tenere nascosto, favorendo così fenomeni di bilinguismo sottrattivo, in cui la seconda lingua, l’italiano, si sviluppa a scapito della prima. Il volume spiega come la chiave per intervenire in questi casi stia nella conoscenza da parte dei docenti delle dinamiche di apprendimento, degli stati emotivi che caratterizzano questi bambini e nello scardinare pregiudizi e falsi miti, per aprirsi a nuovi modi di insegnare. Ogni capitolo prende in esame un aspetto chiave: l’analisi dei DSA legati alla letto-scrittura, l’importanza della madrelingua per l’alunno bilingue con diagnosi di DSA e la pratica pedagogica, con la presentazione della della didattica differenziata. Questa prospettiva metodologica implica la conoscenza dell’individuo, dei suoi punti di forza e di debolezza, delle sue dinamiche relazionali, affettive e motivazionali, e permette di accoglierlo nella sua unicità, per costruire un percorso didattico inclusivo. Come diceva il grande maestro Alberto Manzi, “non è mai troppo tardi” per innovare la scuola. La differenziazione didattica risponde a questa sfida con curiosità, creatività e coraggio.
AUTRICE: Anna Monauni, Dottore di ricerca in Scienze della persona e della formazione, collabora con il CeDisMa (Centro Studi e Ricerche sulla Disabilità e la Marginalità) e conduce il Laboratorio di Tecnologie dell’istruzione nel Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università Cattolica di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Che cos’è la differenziazione didattica. Per una scuola inclusiva e innovativa (con L. d’Alonzo, Scholé, 2021).