L’invito forte del Prof. Luigi d’Alonzo nelle pagine dell’Avvenire: “Serve una didattica più attiva, collaborativa e laboratoriale. In più, in classe hai 25 allievi ma non sono tutti uguali: hanno abilità e competenze differenti e occorre soddisfare pedagogicamente tutte le loro esigenze.
Se la scuola, anche la secondaria, non si pone come obiettivo l’autonomia e la promozione umana degli studenti, si aggancia a cose inutili come il voto. Occorrerebbe arrivare all’università sapendo ormai come studiare, come apprendere, come processare contenuti e abilità. Ma non sempre è così.
Il disagio giovanile in questo momento è molto ampio” (Fonte: Avvenire).
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