Gli allievi con disturbo dello spettro autistico provocano ancora ansie e timori quando entrano a scuola. Gli insegnanti, quando vengono informati che in classe sarà presente un allievo con questo disturbo, spesso si allarmano. Gli alunni con Disturbo Generalizzato dello Sviluppo, di cui fa parte anche il Disturbo dello Spettro Autistico, sono il 17,3% del totale degli alunni con disabilità frequentanti la scuola primaria e l’11,8% di quelli frequentanti la scuola secondaria di primo grado: questo dato è significativo per comprendere l’importanza di una riflessione specifica su come condurre una classe che accoglie un allievo con autismo.
Nonostante siano legittime le preoccupazioni che possono emergere dalla presenza di uno studente con caratteristiche così peculiari, è fondamentale che si riesca a superarle approfondendo la conoscenza del disturbo, credendo nel valore dell’integrazione e, insieme all’equipe scolastica, agire secondo un’unitarietà di intenti. Gestire la classe che accoglie un ragazzo con autismo e renderla inclusiva ed efficace non è un compito facile e l’insegnante, per riuscire nel proprio intento educativo e didattico, deve operare insieme a tutti i colleghi e considerare il gruppo come una risorsa utile e fondamentale. E per lavorare bene in questo senso è necessario conoscere bene le caratteristiche dell’allievo; a tal fine sono utili gli studi su questa sindrome. Dal DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders-5) sappiamo che il disturbo dello spettro autistico è caratterizzato da deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale in molteplici contesti, compresi deficit della reciprocità sociale, della comunicazione non verbale utilizzata per le interazioni sociali e delle abilità di sviluppare, mantenere comprende le relazioni interpersonali. Sono inoltre presenti comportamenti, interessi o attività ristrette e ripetitive. Inoltre è stato rilevato come possa essere presente una iper o ipo-reattività agli stimoli sensoriali o interessi insoliti verso aspetti sensoriali dell’ambiente. Ciò significa che non esiste una persona autistica, ma esistono persone con disturbo dello spettro autistico assai diverse fra di loro, le quali, però, presentano problematiche a volte assai marcate: nell’interazione sociale, nella comunicazione, negli interessi e nelle attività. Per questi studenti occorre impostare una programmazione educativo-didattica molto attenta ai loro bisogni, in accordo con tutte le altre agenzie educative e riabilitative che si occupano di loro, dai genitori agli specialisti sociosanitari.