Il 1° dicembre abbiamo organizzato in Università Cattolica il primo convegno nazionale sulla differenziazione didattica. Sarà un avvenimento importante per la nostra scuola e per le nostre idee innovative didattiche e la presenza di personaggi della pedagogia speciale italiana, come Roberta Caldin, Marisa Pavone, Lucio Cottini, Dario Ianes, avvalorano una grande attesa culturale e scientifica.
La differenziazione didattica è una «prospettiva metodologica di base in grado di promuovere processi di apprendimento significativo per tutti gli allievi presenti in classe, volta a proporre attività educative didattiche mirate, progettate per soddisfare le esigenze dei singoli in un clima educativo in cui è consuetudine affrontare il lavoro didattico con modalità differenti»*.
Questa prospettiva pedagogica innovativa prende le mosse dalla consapevolezza che gli allievi a scuola non sono uguali, ma diversi, dissimili, non solo per quanto riguarda la sfera di genere, ma anche perché apprendono in modo differente, mostrano abilità differenti, presentano problematiche differenti, hanno potenzialità differenti, possono dare risposte differenti. La “differenza” è, infatti, un attributo ontologico e un dato fenomenologico essenziale che solamente negli ultimi anni è apparso evidente nell’esperienza scolastica, di ogni ciclo scolastico e formativo.
Ci sono voluti lunghi anni di esperienze educativo-didattiche per comprendere che gli allievi a scuola non sono tutti uguali e non hanno “un’unica testa”, ma in classe ognuno di loro ha il diritto di essere riconosciuto nel rispetto della propria dignità e umanità come persona unica e irripetibile. Per fare ciò, per affermare questo valore individuale di ognuno, si è compreso solo ultimamente che è necessario adottare in classe, nell’azione educativa e nell’impostazione didattica, una prospettiva metodologica che abbia al centro l’idea che occorre proporre diverse attività differenti per soddisfare i bisogni di tutti gli allievi.
Un caro saluto
Luigi d’Alonzo
* L. d’Alonzo, “La differenziazione didattica per l’inclusione”, Erickson, Trento, 2016, p.47.