Viviamo in un Paese dove tutti possono frequentare la scuola, dove chiunque può accedere alle agenzie formative e dove anche le persone più deboli usufruiscono dei servizi sociali esistenti sul territorio; nessuna realtà educativa può rifiutare ed emarginare persone con deficit, o con marcate problematiche di adattamento.. Ma questa “normalità” della presenza del soggetto con disabilità e con problemi pone alla nostra attenzione un ulteriore elemento di riflessione: è necessario effettuare un salto di qualità, occorre una competenza professionale sulle tematiche educative speciali che deve essere più diffusa per preparare meglio alla vita. La pedagogia speciale può rispondere a questa esigenza: essa merita di essere assunta alla base di ogni percorso di formazione dei formatori. Di più: può contribuire a nutrire la cultura dell’attenzione alla persona più debole, la sola in grado di portare benefici duraturi per tutti coloro che, a causa di condizioni esogene ed endogene, non riescono a stare al passo con i ritmi cognitivi e le esigenze di un mondo sempre più complesso e difficile.
Per preparare alla vita non basta l’amore, ma occorre, assieme ad esso, competenza.
Autore: L. d’Alonzo
Anno: 2006